CANTINA

Meno noto rispetto alla vicina Langa Albese, il Monregalese è anch'esso terra di vino da oltre cinquecento anni.

Alcune mappe medioevali del XVI secolo, infatti, indicano già il sito di Cascina Monsignore come "regione della vite" soprattutto per i vitigni Dolcetto e Moscato.

Un secolo più tardi, il vescovo di Mondovì Michele Casati, su progetto dell'architetto sabaudo De Robilant, inizia la costruzione di un edificio adibito a residenza estiva e annessa cantina per la produzione del vino per la Curia Vescovile.

Documenti storici d'archivio dimostrano che Il prodotto fu molto apprezzato al punto che per ben tre volte, i vescovi successivi continuarono l'opera del loro predecessore ampliando ed abbellendo in modo sempre più sontuoso l'intero edificio.

Momento cruciale per la Cascina Monsignore e per l'intero territorio fu il 24 aprile del 1796 quando la cantina, i vigneti e le colline limitrofe, furono al centro della battaglia tra le truppe austro-piemontesi e quelle napoleoniche che per ben tre giorni combatterono filare per filare fino alla vittoria Francese che segno l'inizio dalla trionfale conquista dell'Italia da parte di Napoleone.

Gestita dai prelati della curia per buona parte dell'800 l'intera proprietà viene mantenuta e ammodernata secondo le più aggiornate conoscenze agrarie dell'epoca.

Nel 1916 Pietro Blengini, giovane imprenditore Vicese, acquista la tenuta direttamente dalla diocesi in quanto sola realtà del territorio attrezzata in modo strutturato per una produzione vinicola moderna.

Iniziò così un nuovo percorso per l'intera proprietà che, grazie ai nuovi investimenti e alla dedizione della famiglia Blengini in pochi anni si impone nelle valli Monregalesi e nella vicina Liguria per la qualità del vino Dolcetto e del Moscato.

A partire dal secondo dopoguerra, il figlio Giuseppe, seguendo le orme del padre, prosegue la produzione vinicola affiancando alle vigne l'allevamento di bestiame bovino di razza Fassona Piemontese.
Scelta questa che si rivelò estremamente fortunata in quanto l'ineluttabile crescente richiesta di manodopera da parte delle aziende Torinesi per effetto del boom industriale di fine anni '50, segna un inesorabile migrazione di mano d'opera verso le città che porta un abbandono progressivo delle antiche vigne a favore del più facile e remunerativo allevamento di bestiame.

Il 23 ottobre 1974 l'intero territorio viene riconosciuto facente parte della denominazione Dolcetto delle Langhe Monregalesi d.o.c..

Nel 1994, il nipote di Pietro, Pierfranco con la moglie Maria Teresa e i figli Giuseppe e Filippo, animati dal desiderio di riportare in auge lo spirito originario di Cascina Monsignore riprendono la produzione enologica focalizzando l'attenzione sull'uva Dolcetto.

In data 30 Ottobre 2011 la denominazione Dolcetto delle Langhe Monregalesi d.o.c. viene accorpata a quella del Dogliani d.o.c.g..

Oggi, Cascina Monsignore vinificano due etichette entrambe provenienti dalle uve coltivate nei 2 ettari che circondano la cantina: il Dogliani d.o.c.g. "Podere del Monsignore" e il Dogliani d.o.c.g. "Vigna del Vescovo".